di Nicolò Abbattista e Christian Consalvo

con il sostegno di OPLAS/Centro Regionale Danza Umbria,
theWorkRoom, progetto promosso da Fattoria Vittadini e Fondazione Milano

“Taboo è il riflesso dei miei vestiti e delle mie attitudini, il nome Taboo in realtà è un gioco, perché non c’è nulla che tu non possa fare in questo posto, il mio lavoro al Taboo è una sorta di cabaret, il Taboo deve essere un luogo dove le persone possono sentirsi libere di essere qualsiasi cosa con qualsiasi altra o diversa identità da quella prestabilita. Avevo aperto Taboo per divertirmi, per esprimere la mia creatività.”

Leigh Bowery artista performativo

Questa pièce analizza la ricerca della propria individualità, del bisogno di autodefinirsi in un genere sessuale, della necessità, sofferta o liberatoria, di conoscere e riconoscere se stessi.

Racconta la consapevolezza che, infine, un essere umano dimostra nell’identificarsi in un genere, la libertà che un individuo si prende nel cambiare il proprio gender lontano da pregiudizi e convenzioni, la ricerca continua di una propria identità, la confusione della scoperta, la gioia del piacere e della trasgressione.

LGBTQ sono ancora considerate le iniziali di 5 parole “taboo”, che ci permettono di indovinare la parola chiave: Identità.

Il danzatore in Taboo cerca, trova, sperimenta, vive, cambia…

ALTRE REPLICHE:
  • 13 giugno 2018, Gdańsk Dance Festival 2018 – Gdańsk, Polonia
  • 26 maggio 2018, Festival IDACO 2018 – New York

ANNO
2017

COREOGRAFIA
NICOLÒ ABBATTISTA

DRAMMATURGIA
CHRISTIAN CONSALVO

MUSICA
The Tamperer, J. S. Bach

DURATA 10” 

CON
Samuele Arisci

PRIMA RAPPRESENTAZIONE
19 novembre 2017, Villa Regina – Torino