In “Limen” una linea impercettibile separa gli umani e ne stabilisce le relazioni: superata la soglia, l’allarme esplode. Oltrepassato il confine i rapporti si disgregano irreversibilmente. Ma la curiosità e l’istinto fanno si che si giochi perennemente su questi territori, quelli del limite, che ci si sfiori e si scappi, che ci si tocchi voltandosi poi le spalle rapidamente o che si squarci la linea uccidendosi senza saperlo.
“Limen” è un gioco delicato di non detti, di situazioni appena sfiorate nel tentativo di osare l’un l’altro senza riuscirci, è un dialogo tra uomini che si incontrano sulla lama di un rasoio.
E’ un continuo scambio di idee e contatti invisibili, appena accennati, irreale e sospeso, sospettoso, sempre in bilico, timoroso ed attento a non oltrepassare quel confine invisibile che regge le relazioni delicate tra gli umani. Un castello di carta di riso su cui si realizza la relazione sociale,un castello che si regge sull’aria.