Vissi d’Arte @ Rho 2016: Vissi d’Arte – Balletto per Concerto [2 Febbraio 2016]
Non accade più, ahimè, con grande frequenza, di rimanere piacevolmente stupiti di una rappresentazione teatrale, soprattutto quando si tratta di spettacoli “sperimentali” diretti da gente assetata di originalità. Come detto sopra, è raro, ma non impossibile.
Lunedì 1 febbraio, alle ore 21, presso l’Auditorium di Rho, è andato in scena il breve spettacolo della compagnia Lost Movement “Vissi d’Arte – Balletto per concerto”, diretto e coreografato dal giovane e talentuoso Nicolò Abbattista, cui abbiamo fatto qualche domanda a pochi minuti dall’apertura del sipario.
INTERVISTA A NICOLÒ ABBATTISTA – LOST MOVEMENT
SG: Ciao Nicolò, sappiamo che sei impegnato visto che tra poco andrete in scena, quindi saremo rapidi, così puoi finire di dedicarti interamente allo spettacolo. Come nasce la compagnia?
Nicolò: Certo, Lost Movement è una compagnia emergente, di danza contemporanea, che nasce nel 2011 da una mia idea. Erano gli anni di accademia, quindi, quando ancora eravamo in fase di studio, abbiamo pensato di mettere su un gruppo e quindi di iniziare a montare le nostre prime produzioni e di trovare i nostri spazi… Lost Movement nasce quindi un po’ per gioco.
SG: Che accademia hai fatto?
Nicolò: Ho fatto il M.A.S. , poi mi sono laureato in comunicazione e psicologia e poi ho fatto un master in Comunicazione dello spettacolo presso l’Università Bicocca di Milano.
SG: E invece per quanto riguarda il nome? Come mai proprio Lost Movement?
Nicolò: Come vi dicevo prima, il nome nasce per gioco, infatti la prima coreografia che ho montato e che abbiamo iniziato a far girare aveva come musiche i brani del compositore della serie tv LOST e quindi da lì, la prima volta che abbiamo dato il nome al gruppo è stato appunto LOST MOVEMENT.
SG: Da dove nasce, invece, l’ispirazione per le tue creazioni?
Nicolò: Diciamo che l’idea della compagnia è quella di riprodurre la vita reale, la vita quotidiana delle persone, sul palco, principio su cui si basa comunque tutta la danza contemporanea e il teatro danza.
SG: E invece l’idea del canto lirico, in relazione a questa specifica produzione?
Nicolò: Ad oggi la compagnia è cresciuta. Consta di 4 produzioni e sono già 4 anni che giriamo e non soltanto al nord, ma in tutta Italia. Le produzioni recenti sono Rossophilia e PopOff e spesso e volentieri la mia idea è quella di far collaborare la danza con tutte le altre arti.
Abbiamo avuto collaborazioni anche con l’Accademia di Brera per delle performance, abbiamo avuto collaborazioni in Rossophilia con degli stage designer che hanno fatto delle installazioni appositamente per lo spettacolo e, poiché mi sembrava interessante l’idea di unire anche la lirica e la musica dal vivo alla danza, abbiamo appunto pensato di fare questo spettacolo, con questi cantanti che sono, tra l’altro, straordinari perché sono tutti cantanti dell’Arena di Verona. L’idea è stata approvata e siamo cresciuti insieme con questo spettacolo.
SG: La scelta dei brani invece? È relativa a una tematica in particolare?
Nicolò: Sì, diciamo che il tema che unisce tutti i brani è l’Amore. L’Amore e la presenza della Donna, la presenza femminile in generale. Diciamo che nei miei spettacoli è molto spesso una costante questa figura, perché penso fortemente che la donna sia la FORZA dell’universo, la donna è colei che genera, la donna è comunque un punto fermo e un punto di grande FORZA e quindi, in questo spettacolo in particolar modo, si analizza molto bene questa importante figura. Soprattutto quello che qui viene fuori è il “non dar nulla per scontato” e il “lasciare andare le cose”. Perché la vita non è eterna, l’unica cosa che è immortale è appunto l’Arte e questo è proprio il messaggio finale dello spettacolo.
SG: Perfetto, grazie mille Nicolò. Ti lasciamo andare, così puoi dedicarti a pieno allo spettacolo.
Nicolò: Grazie mille a voi e buona visione!
LE ASPETTATIVE NON DELUDONO
Sette arie liriche prendono forma nelle voci del prestante tenore Damiano Lombardo e della piacevolissima Antonella D’Amico, soprano. Al pianoforte, la dinamica Vittoria Primavera.
I sette brani sono coesi in una continuità studiata e diligentemente intrecciata di movimento contemporaneo e corporalmente espressivo. Otto sono i componenti del corpo di ballo, sei ragazze e due ragazzi, che interagiscono e si muovono in una sintonia di respiro che trasmette ancora di più il significato dei singoli brani e dello spettacolo nel suo insieme. Cambi di scena e “segue” coperti dal silenzio, intervallato volutamente, di nuovo, dalla respirazione all’unisono dei danzatori. Il teatro danza incontra la danza contemporanea più tecnica ed ecco che il risultato è uno stile mai noioso e assolutamente ben riuscito.
Un’attenzione particolare va prestata alla “danza dei fili rossi”, come impropriamente ci sentiamo di definirla, che esprime unione e controllo allo stesso tempo, ricca di gesti minimalistici e significativi che caricano di una maggiore intenzione voce, musica e silenzio dell’aria “O let me weep forever weep”.
“Casta Diva” è un’altra delle scene degne di nota. Tra la voce espressiva del soprano Antonella D’Amico e i movimenti e le interazioni delle ballerine – che con passi puliti, lineari e molto artistici, colgono l’attenzione dello spettatore -, questa scena colorata è la nostra indiscussa favorita.
In sunto, il nostro parere è: un piccolo spettacolo coi fiocchi!
Purtroppo, dove non c’è un nome mediaticamente luccicante, i teatri non sono mai pienissimi, ma questo non deve scoraggiare coloro i quali producono arte di qualità, sfidando le mode e le tendenze della nostra penisola molto spesso reazionaria. Questo è il caso del giovane regista e coreografo Nicolò Abbattista. Prevediamo ed auspichiamo per lui una carriera ricca di successi!
Vivissimi complimenti a tutti i componenti del cast da noi di Sounds GOOD!
Adele Di Giovanni e Paolo Marinoni
fonte: https://soundsgoodart.com